Mario Schifano
Pittura, fotografia e film sono state le tre modalità in cui si è sempre articolata la ricerca di Mario Schifano (1934-1998). Sin dai primi anni Sessanta l’artista è stato uno dei protagonisti della «figurazione novissima», vicina alla Pop Art, e un osservatore acuto dei simulacri della società di massa, resi in forme frammentarie e impersonali su sfondi monocromi che sembrano ricordare schermi cinematografici o televisivi. Dagli anni Settanta in poi il riferimento televisivo diventa sempre più importante, soprattutto con i Paesaggi T.V., sequenze televisive fotografate e poi riportate sulla superficie pittorica. Nel corso del decennio seguente, le tele-palinsesto di Schifano cominciano a popolarsi di immagini di un’attualità sempre più filtrata e saturata dai moderni mezzi di comunicazione. Nello stesso periodo, dominato dalla nuova sensibilità postmoderna, l’avvenuta riconciliazione con la pittura induce Schifano a realizzare opere impegnative, spesso di notevoli dimensioni, caratterizzate da una materia cromatica ricca e da segni liberi, selvaggi, affini a quelli delle contemporanee correnti neoespressioniste.
Nei dipinti qui esposti – in origine presentati a Roma nel 1990 nella mostra Divulgare al Palazzo delle Esposizioni e nel 1992 in parte danneggiati da un incendio – Schifano torna a meditare sul potere anestetizzante della televisione – insieme feticcio e ossessione personale – soffermandosi sull’esposizione costante a una overdose di immagini sempre più svuotate di significato. Emblematici, in tal senso, i tondi Chi e Dolore dominati dai profili sfuggenti di figure dagli occhi fissi ed evidenziati. Nel grande pannello intitolato Per Esempio Schifano sembra invece tessere un inventario privato di immagini tratte dai contesti più svariati, sovrapponendo riferimenti alla storia dell’arte (Andy Warhol, Giorgio de Chirico, Pablo Picasso), alla politica (tra gli altri i volti di Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov), insieme a immagini banali e ai bagliori indefiniti emessi dallo schermo televisivo. Nell’opera Segni, allo stesso modo, l’artista raccoglie una sorta di campionario di fotogrammi da video manipolati pittoricamente.
Dolore, 1990
tecnica mista
Courtesy: Collezione Jacorossi, Roma
Chi, 1990
tecnica mista
Courtesy: Collezione Jacorossi, Roma
Per Esempio, 1990
stampa su PVC e interventi a pittura
Courtesy: Collezione Jacorossi, Roma
Segni, 1990
tecnica mista
Courtesy: Collezione Jacorossi, Roma
Ritracciato, 1990
tecnica mista
Courtesy: Collezione Jacorossi, Roma
galleria 1
a cura di Bartolomeo Pietromarchi
CARLA ACCARDI | LUCIANO FABRO | LUIGI GHIRRI | YERVANT GIANIKIAN E ANGELA RICCI LUCCHI | PAOLO ICARO | JANNIS KOUNELLIS | ANNA MARIA MAIOLINO | CLAUDIO PARMIGGIANI | MARIO SCHIFANO
Nel decennale del Museo, inaugurato il 30 maggio 2010, un nuovo grande allestimento valorizza il progetto della Collezione, esponendo nella galleria a essa dedicata un nucleo di opere di nove maestri che rappresentano la vitalità e la diversità delle ricerche artistiche in Italia. Maestri non ancora presenti nella Collezione del MAXXI e che, grazie a un contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo in occasione di questo importante anniversario, entreranno a farne parte.
Allestite in una sequenza di ambienti immersivi che ne potenziano la carica rivoluzionaria, la forza e la monumentalità, oltreché la relazione con lo spazio, le opere scelte sono state realizzate da maestri italiani, o attivi in Italia, spesso considerati ai margini dei movimenti più conosciuti ma che negli anni hanno saputo mantenere una ricerca indipendente e originale, tali da essere considerati punto di riferimento per gli artisti delle generazioni successive.
in testata: Luigi Ghirri, pagine del menabò di Paesaggio italiano. Reggio Emilia – Teatro Municipale, 1987. Reggio Emilia – piazza San Prospero, 1987 cm 51,7 x 25,8. Courtesy: Archivio Editoriale Lotus, Milano.
IN MOSTRA
Carla Accardi
Luciano Fabro
Luigi Ghirri
Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi
Paolo Icaro
Jannis Kounellis
Anna Maria Maiolino
Claudio Parmiggiani
Mario Schifano