Thomas HirschhornThe Purple Line
galleria 3
a cura di Hou Hanru, Luigia Lonardelli
#thepurpleline

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minori di 14 anni; disabili che necessitano di accompagnatore; dipendenti MiBACT; accompagnatori e guide turistiche dell’Unione Europea, munite di licenza (rif. circolare n.20/2016 DG-Musei); 1 insegnante ogni 10 studenti; membri ICOM; soci AMACI; giornalisti accreditati; possessori della membership card myMAXXI; studenti e ricercatori universitari di Arte e Architettura da martedì a venerdì (esclusi festivi); il giorno del tuo compleanno presentando un documento di identità; per l’ingresso alla galleria 1, da martedì a giovedì; per l’ingresso alla galleria 1 ogni terzo e quarto venerdì del mese, grazie ad Acea, fino al 21 maggio 2021.
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La Collezione di arte e architettura del MAXXI rappresenta l’elemento fondante del museo e ne definisce l’identità. Da ottobre 2015 è esposta in modo permanente con diversi allestimenti di opere.
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a cura di Hou Hanru, Luigia Lonardelli
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«Il mondo ha bisogno di essere depixelato», Thomas Hirschhorn.
Questa è una delle frasi con cui Thomas Hirschhorn descrive i Pixel-Collages, un imponente ciclo di lavori realizzato fra il 2015 e il 2017. Per la prima volta riuniti insieme sono allestiti, seguendo un layout disegnato dall’artista, su un lunghissimo muro viola – The Purple Line – che attraversa la galleria 3. Un progetto che cerca di mostrare l’invisibile, rinegozia il contesto espositivo e stimola chi guarda a rimanere vigile e cosciente.
La potenza di questa ricerca risiede nel farci riflettere sul controllo delle immagini, sulla loro autenticazione come “fatti”, sulla possibilità di rendere visibili le porzioni di realtà che sono sottratte al nostro sguardo attraverso la pixelatura, una tecnica in cui l’immagine diventa non riconoscibile. Queste opere, nate dal lavoro di ricombinazione di foto pubblicitarie affiancate a immagini di corpi mutilati, spesso creano imbarazzo in chi le guarda, facendoci riflettere su un concetto più volte espresso dall’artista: il dilagare dell’ipersensibilità nel mondo contemporaneo.
Quello che Hirschhorn ricerca è uno stato di sensibilità, dato da uno sguardo che rimane vigile e cosciente di quello che ha intorno, senza negarlo; l’ipersensibilità, invece, porta spesso alla censura ed è paradossalmente legata all’autoprotezione e all’esclusione dell’altro.
in testata: «Pixel-Collage n°46», 2016 (veduta in studio / studio view) , 345 x 636 cm, courtesy l’artista.