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Nature/01 Francesco Venezia

Nature/01 Francesco Venezia

4 mostre/installazioni
01 Francesco Venezia 25 febbraio-30 aprile 2011
02 West 8 20 maggio-21 agosto 2011
03 Campo Baeza 9 settembre-30 ottobre 2011
04 UNStudio novembre 2011-gennaio 2012

Con questo primo ciclo, il MAXXI Architettura intende sperimentare un diverso modo di intendere le mostre monografiche. Per raccontare gli indirizzi delle ricerche più avanzate dell’architettura contemporanea, i suoi differenti approcci e risposte ai grandi temi che caratterizzano la nostra epoca, si è scelta la via del confronto.
Quattro mostre dedicate ad architetti contemporanei, dalle dimensioni contenute, agili nel loro apparato teorico ed espositivo, allestite nella stessa area del museo ma da curatori differenti e in stretta sequenza temporale, da intendersi come quattro distinti capitoli di un unico racconto, o meglio di un unico spaccato della complessa geografia del mondo architettonico contemporaneo.

Nelle singole installazioni i quattro invitati avranno da un lato la possibilità di realizzare uno spazio specifico, capace di rappresentare loro stessi e il loro rapporto col tema NATURE, e dall’altro di esporre uno o più progetti della loro produzione legati a questo tema.

Il ciclo inaugura con la mostra di Francesco Venezia, autorevole architetto italiano, che si confronta con lo spazio disegnato da Zaha Hadid proponendo una installazione che contiene in sè tutti gli elementi della sua architettura. Attraverso l’impiego attentamente calibrato degli elementi primari (acqua, luce, ferro), archetipi della sua ricerca, l’architetto campano ricrea la spazialità tipica dei suoi progetti.


MAXXI, Francesco Venezia, Nature – Doppio per riflesso, 2011

Dalla conversazione di Francesco Venezia con Margherita Guccione, in catalogo

Una mostra di architettura deve esprimere essa stessa attraverso la qualità dell’allestimento le idee di architettura di chi espone, in modo da costituire un piccolo evento con carattere di esclusività per i visitatori di quella mostra.
In questo caso, mi sono dovuto misurare con un edificio – il vostro Museo – molto lontano dal mio modo di fare architettura, però mi ha incuriosito la possibilità di creare un rapporto, di accettare la sfida.

Quando ho visto l’imponente sistema di coperture ideato da Zaha Hadid per reggere eventuali carichi e al contempo provvedere all’illuminazione, ho subito pensato di isolarne una piccola parte. Ho poi abbassato fortemente l’altezza del vano, da 6 a 2,40 metri, schiacciando e comprimendo lo spazio espositivo, e ho squarciato il controsoffitto, trasformando il profondo taglio in uno stretto e allungato pozzo di luce.

Sul pavimento ho immaginato una vasca d’acqua che raddoppiasse per riflesso il pozzo di luce. Alla vasca si aggregano due piccole ‘isole’: il grande modello di un mio progetto aperto come un libro a svelarne, in sezione, gli spazi ipogei e un nudo masso. Due elementi che alludono alla presenza di un paesaggio. Ultima decisione maturata alla fine del lavoro, l’introduzione di un asse verticale, un tubo di acciaio cromato che dalla sommità del lucernario
piomba sull’acqua quasi a materializzare l’asse cielo-terra.

Francesco Venezia