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La Collezione di arte e architettura del MAXXI rappresenta l’elemento fondante del museo e ne definisce l’identità. Da ottobre 2015 è esposta in modo permanente con diversi allestimenti di opere.
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Foto © Musacchio, Ianniello & Pasqualini
Già nel 2015 Olivo Barbieri aveva indagato il territorio marchigiano, esplorando dall’alto la lunga conurbazione urbana che definisce la cosiddetta Città Adriatica, un esteso territorio che da Vasto arriva fino a Ravenna. A due anni da quel progetto, Barbieri torna sui luoghi ora feriti delle Marche e ci consegna un’immagine plurale, in cui le lacerazioni del territorio non sono celate. Il suo lavoro oscilla fra tre punti di osservazione diversi e complementari: quello dall’alto, che restituisce su grande scala l’entità del disastro; quello dal basso, in cui sembra possibile ancora identificarsi con le prospettive rinascimentali che hanno disegnato il paesaggio della cultura urbana italiana, e quello ravvicinato degli oggetti d’arte, recuperati dalle macerie e restituiti a una nuova vita. I luoghi sono ripresi a distanza di un anno dal terremoto: «La cosa più interessante – afferma l’artista – è quell’interruzione, il silenzio che si instaura quando il fragore mediatico dell’evento finisce e ci troviamo a chiederci: “E adesso cosa facciamo?”. Quello è il momento più importante, anche perché capisci molto sull’idea che abbiamo del mondo, su quello che vorremmo fare…».
Foto © Musacchio, Ianniello & Pasqualini
Le immagini di Paola De Pietri sono state realizzate nelle vallate del Tronto, del Chienti e nelle zone limitrofe, tra ottobre 2017 – un anno dopo il sisma – e maggio 2018. Il suo lavoro si concentra sulla trasformazione degli spazi e sulla perdita dei punti di riferimento e di intimità delle persone che hanno abitato i luoghi colpiti dal sisma e che sono ora costrette a ridefinire la propria vita quotidiana in una geografia differente. De Pietri ha fotografato le case crollate, gli oggetti ritrovati e catalogati nei depositi, i cantieri per la costruzione delle nuove abitazioni temporanee, che immagina soprattutto come spazi famigliari e intimi interrotti e non ancora ricostituiti: «Qui la polvere delle pietre delle vecchie case distrutte e la polvere dei nuovi scavi nei cantieri sembra ricoprire tutto e rende simile ogni cosa, ciò che è vecchio e ciò che è nuovo». Oltre ai luoghi, Paola De Pietri ha realizzato una serie di ritratti alle persone, nelle aree comuni dei nuovi insediamenti, riprendendole di giorno con il flash a isolarle per un istante da tutto.
Still da video © Petra Noordkamp
Le fotografie di Petra Noordkamp evidenziano l’interesse dell’autrice olandese per il vuoto, per i segni del passaggio del tempo e della persistenza della memoria. L’artista si concentra in un primo momento sul territorio di Arquata del Tronto e Visso, esplorando le abitazioni private distrutte ma ancora dense di oggetti che rimandano alla quotidianità della vita che si svolgeva all’interno di quegli edifici ora fermi nel tempo: è a questi oggetti che l’artista decide di donare attenzione, registrandone e preservandone la memoria. Noordkamp visita poi i magazzini di Ancona e San Severino Marche in cui sono custoditi centinaia di manufatti – sculture e dipinti – salvati dalle chiese devastate, ritraendoli imballati in carta da archivio e plastica a bolle. Il suo video entra con delicatezza e pudore in questi luoghi ancora carichi di tensione e di vita benché sospesi nel tempo.
a cura di Pippo Ciorra, Carlo Birrozzi in collaborazione con Cristiana Colli
Sala Gian Ferrari
Olivo Barbieri, Paola De Pietri e Petra Noordkamp. Gli occhi di tre grandi fotografi per raccontare un paesaggio che sta cambiando.
Tre autori per una committenza fotografica sul paesaggio marchigiano sconvolto dal sisma del 2016, che vuole restituire l’immagine di luoghi, opere d’arte, rovine, fragili insediamenti temporanei e persone che li abitano. Le Terre in movimento in cui si colloca la committenza sono le aree interne delle province di Macerata, Ascoli Piceno e Fermo, colpite tra l’agosto e l’ottobre del 2016 da uno sciame di violente scosse sismiche.
Terre con un patrimonio unico di bellezze paesaggistiche, artistiche e architettoniche, alle quali il terremoto ha imposto una doppia, lacerante perdita: non solo ha distrutto edifici, abitazioni, monumenti, ma allo stesso tempo ha messo in crisi il tessuto culturale della comunità, quel legame intangibile che viene prodotto quotidianamente dall’interazione tra gli uomini e i luoghi colpiti dalla catastrofe.
I tre artisti coinvolti dalla Soprintendenza delle Marche e dal MAXXI si sono messi immediatamente sulle tracce di questa memoria ferita. Attraverso l’immagine fissa o in movimento non hanno solamente cercato di raccontare il dramma delle rovine e della distruzione, ma si sono piuttosto concentrati sulle relazioni: tra le persone e il territorio, tra gli edifici danneggiati e quelli ricostruiti, tra i siti dai quali i beni e le opere d’arte sono stati tratti in salvo e quelli in cui attualmente vengono custoditi. La loro ricerca ha restituito tre progetti d’autore, caratterizzati da un’eterogeneità di attitudini, temperamenti e linguaggi.
ph. Olivo Barbieri, Marche (earthquake), © Olivo Barbieri
SEZIONI DI MOSTRA
Olivo Barbieri
Paola De Pietri
Petra Noordkamp