Huang Yong Ping. Bâton Serpent
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MAXXI nel mondo
RED BRICK ART MUSEUM | Pechino
26 settembre 2015 – 16 febbraio 2016
POWER STATION OF ART | Shanghai
18 marzo – 19 giugno 2016

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minori di 14 anni; disabili che necessitano di accompagnatore; dipendenti MiBACT; accompagnatori e guide turistiche dell’Unione Europea, munite di licenza (rif. circolare n.20/2016 DG-Musei); 1 insegnante ogni 10 studenti; membri ICOM; soci AMACI; giornalisti accreditati; possessori della membership card myMAXXI; studenti e ricercatori universitari di Arte e Architettura da martedì a venerdì (esclusi festivi); il giorno del tuo compleanno presentando un documento di identità; per l’ingresso alla galleria 1, da martedì a giovedì; per l’ingresso alla galleria 1 ogni terzo e quarto venerdì del mese, grazie ad Acea, fino al 21 maggio 2021.
La Collezione di arte e architettura del MAXXI rappresenta l’elemento fondante del museo e ne definisce l’identità. Da ottobre 2015 è esposta in modo permanente con diversi allestimenti di opere.
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RED BRICK ART MUSEUM | Pechino
26 settembre 2015 – 16 febbraio 2016
POWER STATION OF ART | Shanghai
18 marzo – 19 giugno 2016
La visione del minareto è impedita da una barriera di stoffa che evoca i lavori di restauro in corso per la salvaguardia della cupola della Basilica di Santa Sophia (1997–2002) e suggerisce una riflessione sull’accessibilità dei luoghi sacri. Il minareto invece ha una doppia valenza: da un lato riflette sul tema della religione come unico strumento per raggiungere le alte sfere del cielo e dall’altro rappresenta una satira contro alcuni preconcetti occidentali sulla natura minacciosa dell’Islam.
©2015. Nome fotografo
Questa versione dell’opera è lunga ben 40 metri ed è vicina alla mitologia cinese, quella pagana e alla religione cristiana con le sue molteplici e contrapposte associazioni: la saggezza, la conoscenza, la paura, la creazione, l’inganno, la fortuna…
Riferimenti religiosi caratterizzano anche i lavori come La chaise à prière (2010) una sedia rovesciata su cui è scritto un passo della Bibbia dal libro di Giobbe e Camel (2012), un cammello imbalsamato che riporta sul fianco un passo del Vangelo di Matteo, mentre 95 bras de Guanyin (1997-2014), uno scolabottiglie di duchampiana memoria su cui sono infilate tante braccia umane che reggono oggetti di varia natura, è un chiaro riferimento al desiderio di confronto e scambio tra le diverse culture e religioni.
Da un lato incarna il principio della non-violenza insita nella spiritualità Buddista, ma dall’altro rappresenta un pericolo imminente: il tronco che sostiene il mulino è l’immagine di un’arma cinese, chiamata “mao”, il coperchio ricorda la forma di uno scudo e il forte movimento del mulino evoca il dialogo minaccioso tra religione e politica.
HUANG YONG PING - Chefs
Vivere insieme significa rispettare delle regole che prevedono una gerarchia e una suddivisione dei compiti, bisogna rivalutare la comprensione della relazione sia con gli altri sia con il mondo in cui viviamo.
La mostra prosegue con Bugarach (2012): l’opera, che riflette sui sistemi di potere culturali e politici, è una miniatura della montagna di Bugarach in Francia, considerata nel 2012 l’unico posto in cui trovare scampo all’apocalisse prevista dai Maya.
Lamb Plant (2012) è l’animale vegetale con cui l’artista affronta il tema della biopolitica ed esplora le pratiche con cui il potere gestisce le discipline del corpo.
A chiudere il percorso espositivo La Carte du Monde (2000-2001), una sorta di guida per un ipotetico viaggio nel futuro dell’umanità.
a cura di Hou Hanru e Giulia Ferracci
Gallerie 1 e 3 e Piazza del museo
Con una sfida ai tradizionali linguaggi dell’arte, pronto a esprimere tensioni e scardinare miti e utopie dell’epoca contemporanea, Huang Yong Ping presenta per la prima volta in Italia installazioni dalle dimensioni monumentali, diverse sculture e una ricca documentazione delle opere.
“Aronne gettò il bastone davanti al faraone e davanti ai suoi servi ed esso divenne un serpente”.
Esodo 7, Antico Testamento
Il titolo di una mostra così escatologica non poteva che ispirarsi al famoso passo biblico che racconta il miracolo della trasformazione di un bastone in serpente. L’intera esposizione è concepita come un “esodo”, una migrazione dei poteri e dei saperi, un processo di liberazione ed emancipazione dai valori sociali e culturali prestabiliti.
Fondatore di uno dei più importanti movimenti dell’avanguardia cinese, l’artista mette in discussione l’egemonia razionalista e antropocentrica di un’umanità sempre più lontana dalle proprie origini. Bâton Serpent affronta gli effetti della globalizzazione, le negoziazioni culturali, la migrazione, il neo-colonialismo, i conflitti religiosi, le trasformazioni economiche, i fondamentalismi politici. L’artista analizza la situazione geopolitica attuale mediante una dialettica complessa e ambivalente che, da un lato, racconta l’intreccio di dinamiche storiche, culturali e politiche, dall’altro, propone un nuovo dialogo tra religioni e culture. La forza visionaria delle opere si misura e si amplifica con gli spazi del museo e si articola in tre tappe, corrispondenti ai tre spazi espositivi.
Construction Site
Bâton de Serpent
Ehi Ehi Sina Sina (2006)
Chefs
Lamb Plant
Cataloghi della mostra
Catalogo della mostra
2015
Huang Yong Ping. Bâton Serpent