Conscious Collective
sala Gian Ferrari
a cura di Bartolomeo Pietromarchi, Shai Baitel
curatore associato Elena Motisi
#consciouscollective

lunedì chiuso
da martedì a domenica 11 – 19
la biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo
l’unico biglietto open, valido per un ingresso al Museo e tutte le mostre in corso per i prossimi 100 anni, fino al 2121.
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per i giovani da 14 a 25 anni (non compiuti); per gruppi a partire da 15 persone; giornalisti iscritti all’albo con tessera di riconoscimento valida; possessori biglietto d’ingresso La Galleria Nazionale, Museo Ebraico di Roma, Villa Medici: Accademia di Francia a Roma; possessori biglietti Palazzo delle Esposizioni e Gallerie Nazionali Barberini Corsini in occasione della mostra “Pier Paolo Pasolini. Tutto è Santo” dal 19 ottobre 2022 al 12 marzo 2023; con esibizione della tessera o badge di riconoscimento: Accademia Costume & Moda, Accademia Fotografica, Biblioteche di Roma, Casa Internazionale delle Donne, Centro Sperimentale di Cinematografia, Enel (per titolare badge e accompagnatore), FAI – Fondo Ambiente Italiano, IED – Istituto Europeo di Design, IN/ARCH – Istituto Nazionale di Architettura, Interclub Welfare Card, ISFCI – Istituto Superiore di Fotografia, Sapienza Università di Roma, LAZIOcrea, Officine Fotografiche, Ordine degli Assistenti Sociali, Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Ordine Psicologi Lazio, Palazzo delle Esposizioni, Amici di Palazzo Strozzi, Rinascente, Romaeuropa Festival, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Scuola Internazionale di Comics, Teatro Olimpico, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro di Roma, UIL – Unione Italiana del Lavoro, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Youthcard.
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con esibizione della Card o Carta EFFE.
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valida il mercoledì dalle 14 per gli studenti delle scuole superiori e delle università, italiane e dell’Unione europea – previa esibizione del tesserino/libretto personale.
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per tutti i componenti di famiglie composte da due adulti e almeno un figlio o figlia (gratuito per gli under 14).
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minori di 14 anni; disabili che necessitano di accompagnatore; possessori di EU Disability Card e accompagnatore; dipendenti MiC; accompagnatori e guide turistiche dell’Unione Europea, munite di licenza (rif. circolare n.20/2016 DG-Musei); 1 insegnante ogni 10 studenti; membri ICOM; soci AMACI; giornalisti accreditati; possessori della membership card myMAXXI; studenti e ricercatori universitari di Arte e Architettura dell’Unione Europea, studenti delle accademie di belle arti pubbliche (iscritte AFAM) e studenti Temple University Rome Campus da martedì a venerdì (esclusi festivi); docenti IED – Istituto Europeo di Design, docenti NABA – Nuova Accademia di Belle Arti, docenti RUFA – Rome University of Fine Arts; con esibizione della tessera o badge di riconoscimento – valido per due persone: Collezione Peggy Guggenheim a Venezia, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Sotheby’s Preferred, MEP – Maison Européenne de la Photographie; il giorno del tuo compleanno presentando un documento di identità; da martedì a giovedì per l’ingresso alla galleria 1 che ospita la mostra What a Wonderful World.
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disponibile presso la biglietteria del Museo.
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per i giovani da 14 a 25 anni (non compiuti); per gruppi a partire da 15 persone; giornalisti iscritti all’albo con tessera di riconoscimento valida; possessori biglietto d’ingresso La Galleria Nazionale, Museo Ebraico di Roma, Villa Medici: Accademia di Francia a Roma; possessori biglietti Palazzo delle Esposizioni e Gallerie Nazionali Barberini Corsini in occasione della mostra “Pier Paolo Pasolini. Tutto è Santo” dal 19 ottobre 2022 al 12 marzo 2023; con esibizione della tessera o badge di riconoscimento: Accademia Costume & Moda, Accademia Fotografica, Biblioteche di Roma, Casa Internazionale delle Donne, Centro Sperimentale di Cinematografia, Enel (per titolare badge e accompagnatore), FAI – Fondo Ambiente Italiano, IED – Istituto Europeo di Design, IN/ARCH – Istituto Nazionale di Architettura, Interclub Welfare Card, ISFCI – Istituto Superiore di Fotografia, Sapienza Università di Roma, LAZIOcrea, Officine Fotografiche, Ordine degli Assistenti Sociali, Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Ordine Psicologi Lazio, Palazzo delle Esposizioni, Amici di Palazzo Strozzi, Rinascente, Romaeuropa Festival, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Scuola Internazionale di Comics, Teatro Olimpico, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro di Roma, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Youthcard.
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minori di 14 anni; disabili che necessitano di accompagnatore; possessori di EU Disability Card e accompagnatore; dipendenti MiC; accompagnatori e guide turistiche dell’Unione Europea, munite di licenza (rif. circolare n.20/2016 DG-Musei); 1 insegnante ogni 10 studenti; membri ICOM; soci AMACI; giornalisti accreditati; possessori della membership card myMAXXI; studenti e ricercatori universitari di Arte e Architettura dell’Unione Europea, studenti delle accademie di belle arti pubbliche (iscritte AFAM) e studenti Temple University Rome Campus da martedì a venerdì (esclusi festivi); docenti IED – Istituto Europeo di Design, docenti NABA – Nuova Accademia di Belle Arti, docenti RUFA – Rome University of Fine Arts; con esibizione della tessera o badge di riconoscimento – valido per due persone: Collezione Peggy Guggenheim a Venezia, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Sotheby’s Preferred, MEP – Maison Européenne de la Photographie; il giorno del tuo compleanno presentando un documento di identità.
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valido per l’accesso alla singola mostra.
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La Collezione di arte e architettura del MAXXI rappresenta l’elemento fondante del museo e ne definisce l’identità. Da ottobre 2015 è esposta con diversi allestimenti di opere.
sala Gian Ferrari
a cura di Bartolomeo Pietromarchi, Shai Baitel
curatore associato Elena Motisi
lunedì chiuso
da martedì a domenica 11 – 19
la biglietteria è aperta fino a un’ora prima della chiusura del Museo
Tsibi Geva, Where I Come From, 2019. Photo Credit: Elad Sarig. Courtesy: l'artista
Tsibi Geva (Kibbutz Ein Shemer, Israele, 1951) vive e lavora tra Tel Aviv e New York. Di origine ebraica ashkenazita e figlio di uno dei maggiori esponenti del Bauhaus israeliano, è tra gli artisti interdisciplinari più noti del panorama contemporaneo nazionale. Interprete dal forte tratto espressionista, dalla fine degli anni settanta presenta una sua personale riflessione sulla cultura, la filosofia e la mistica, ponendo al centro del suo lavoro l’esplorazione della propria identità e quella del suo paese. I suoi lavori affrontano allo stesso tempo la situazione politica in Israele, le conseguenze psicologiche del conflitto in atto, e l’estetica che ne deriva.
Where I Come From è un dipinto modulare composto da tele di diverse dimensioni presentate come un’ unità collettiva e la cui organizzazione e’ stata compiuta in maniera olistica. Ogni tela ha quindi una sua autonomia, ma unite creano connessioni e disconnessioni: attraverso l’astrazione e motivi ripetuti, le opere sono metafora di quegli incontri casuali e di quelle decisioni che hanno fatto sì che l’ artista – così come molti altri- si sia ritrovato a vivere in Israele.
Il lavoro riassume motivi ricorrenti nelle opere di Geva: il modello ripetitivo della Kefiah, le mattonelle Balatot, le recinzioni – tipiche della realtà di vita in un ambiente socio-politicamente complesso- e il tema del confine che caratterizza una vita in una situazione priva di una chiara definizione territoriale. Questi elementi si sviluppano rizomaticamente in direzioni e contesti diversi e inaspettati con linee che, tra continuità e disconnessioni, costituiscono una una road map a volte senza fine.
La proposta di Geva mostra qui come l’esperienza umana sia complessa, evocativa di gentilezza come di conflitto, e sempre destinata a essere accolta alle condizioni da essa stessa dettate.
foto: Tsibi Geva, Where I Come From, 2019. Photo Credit: Elad Sarig. Courtesy: l’artista
Maria Saleh Mahameed, "Ludmilla", 2022. Courtesy: l'artista
Maria Saleh Mahameed (Umm el-Fahem, Israele, 1990) vive e lavora a Ein Mahel, Israele. Nata da madre cristiana ucraina e padre palestinese, e cresciuta nella più popolata città araba d’Israele, l’artista incarna questa complessa identità in termini di nazionalità e religione. I suoi lavori, caratterizzati da uno stile altamente personale, ricreano infatti narrazioni intime ma al tempo stesso politiche, riguardanti la società palestinese. Il carbone nero – materiale proprio di Umm el-Fahem (“Madre del carbone”) – è dominante nel lavoro di Saleh Mahameed. Questa tecnica restituisce una espressività intima e viscerale, restituendo al visitatore il contatto diretto delle dita dell’artista sulla superficie della tela.
L’ opera in mostra Ludmilla descrive un paesaggio immaginario in cui si coniugano riferimenti alle città di Umm el Fahem e Kiev, città natale della madre dell’ artista da cui l’opera trae il nome. Questo è il primo capitolo di una serie dedicata alla storia dei genitori dell’ artista e qui sono rappresentate le memorie della madre, giovane donna Ucraina trasferitasi per amore in una società caratterizzata da una forte identità culturale palestinese. Come la memoria stessa, la narrazione in mostra non è una rivisitazione lineare, ma una raccolta fluida di immagini in cui paesaggi sovietici si fondono con panorami mediorientali, con motivi che vanno dagli ulivi palestinesi a Misha, l’orsetto mascotte delle Olimpiadi di Mosca del 1980.
Ludmila è un’opera sulla maternità e sulle relazioni intergenerazionali, ambientata in diversi luoghi del mondo e segnata dalle identità e delle persone vicine all’ artista.
foto: Maria Saleh Mahameed, “Ludmilla”, 2022. Courtesy: l’artista
Noa Yekutieli, Behind the bent branches (detail), 2021. Manual paper-cutting. Photo credit: Studio Noa Yekutieli
Noa Yekutieli (Los Angeles, California, USA,1989) è un’artista multidisciplinare autodidatta nata da madre giapponese e padre israeliano, che lavora tra Tel Aviv, Israele e Los Angeles. La pratica interdisciplinare di Yekutieli, che combina elementi scultorei, objets trouvés e l’arte del taglio della carta giapponese, cerca di conciliare le sue identità spesso contrastanti di donna nippo-israelo-americana prendendo in esame le tensioni tra esperienze umane e prospettive multiculturali. Nel suo lavoro, Yekutieli combina tra loro diversi approcci alla raffigurazione dello spazio obbligando il visitatore ad osservare le sue opere da prospettive diverse e inducendolo a mettere costantemente in discussione la lettura dell’opera stessa.
L’ installazione in mostra Where We Stand è composta da finestre di carta ritagliata che incorniciano un amalgama di immagini eterogenee che evocano ora un paesaggio naturale, ora un paesaggio di distruzione e conflitto. Questo, associato all’illusione ottica creata dalle finestre, induce a mettere costantemente in discussione la lettura dell’opera e le relazioni prospettiche tra gli elementi che la compongono. La distorsione intende far riflettere i visitatori su come lo spazio che li circonda possa modificare la percezione di sé e della società, ed al tempo stesso invita a esaminare le visioni socio-politiche soggettive, mostrando come la percezione possa essere molto più flessibile di quanto non si creda.
L’installazione s’interroga sulla propensione dell’uomo ad aprire e chiudere selettivamente gli occhi sulla realtà, ed a mascherare o negare la verità per poter sopravvivere.
foto: Noa Yekutieli, Behind the bent branches (detail), 2021. Manual paper-cutting. Photo credit: Studio Noa Yekutieli
Le opere di Tsibi Geva, Maria Saleh Mahameed e Noa Yekutieli raccontano una complessa realtà culturale, tra identità e luoghi, memoria e legami.
Diverse le origini, le influenze, le sensibilità, persino le tecniche e i materiali che i tre artisti prediligono. Eppure i loro lavori rivelano inattese connessioni. Le opere in mostra affondano le radici nelle singole biografie e raccontano di esperienze intime ma universali al tempo stesso.
Tsibi Geva (Israele, 1951), di origine ebraica askenazita, figlio di uno dei maggiori esponenti del Bauhaus israeliano, è un artista affermato e noto a livello internazionale che vive e lavora tra Tel Aviv e New York; Maria Saleh Mahameed (Israele, 1990) nata e cresciuta nella più popolata città araba di Israele, è figlia di padre palestinese e madre ucraina e cristiana; Noa Yekutieli (USA,1989) è un’artista multidisciplinare autodidatta nata in California da madre giapponese e padre israeliano, che si divide Tel Aviv e Los Angeles.
Richiamando il concetto junghiano di “inconscio collettivo”, un’eredità appartenente a un lontano passato e comune a tutta l’umanità, Conscious Collective indaga come sia possibile ritrovare un senso di collettività anche in una terra in cui il conflitto è una costante e come accettare la vita con le sue contraddizioni possa essere la chiave per un’esistenza migliore.
in testata: Noa Yekutieli, Blind Spot (detail), 2021. Manual paper-cutting. Photo credit: Sharon Pulwer
artisti in mostra
Tsibi Geva
Maria Saleh Mahameed
Noa Yekutieli