evento
giovedì 1 Gennaio 1970

Pensare la danza attraverso la performance

Quali sono le relazioni che la danza contemporanea internazionale ha instaurato negli ultimi 60 anni con l’arte, la musica, i nuovi media, la performance e il paesaggio? Esperti del settore incontrano il pubblico del MAXXI per raccontare come la danza contemporanea sia arte, musica, performance, new media e paesaggio, attraverso i suoi protagonisti, le sue icone più significative e gli eventi memorabili, con contributi video provenienti da Cro.me. – Cronaca e Memoria dello Spettacolo di Milano e dall’Archivio Storico della Fondazione Romaeuropa.

sabato 11 gennaio, ore 11.00-13.00
Pensare la danza attraverso la performance: dalla New York delle avanguardie all’Europa contemporanea
con Annalisa Sacchi
Auditorium del MAXXI – ingresso libero

New York fu un acceleratore di particelle eccezionale, tra gli anni ‘60 e i ‘70, per la sperimentazione artistica. Fu, soprattutto, un luogo d’incontro elettivo non solo per gli artisti, ma per le pratiche che in quegli anni si andavano sperimentando, in cui i limiti disciplinari venivano testati e trasgrediti, tracciati per essere subito dopo contraddetti, dilatati, sovvertiti. Laurie Anderson, Meredith Monk, Trisha Brown, Gordon Matta-Clark (solo per citare alcuni nomi), furono formidabili animatori di un dialogo capace di lasciare tracce durature che si ritrovano, oggi, in Europa, nell’opera di artisti in cui centrale risulta il dialogo tra performance e coreografia (Jan Fabre, Xavier Le Roy, La Ribot).

Annalisa Sacchi insegna Estetica del teatro ad Harvard. Tra i suoi libri recenti Il posto del re. Estetiche del teatro di regia nel modernismo e nel contemporaneo (2012), e la traduzione e la cura di Filosofi e uomini di scena di F. Rokem (2013)

Prossimi incontri
8 febbraio | Forme del contemporaneo: coreografia e dispositivi tecnologici. Con Enrico Pitozzi
8 marzo | Danza, paesaggi, ecosistemi (1990-2013). Con Fabio Acca
12 aprile | La danza tra memoria, documentazione e video danza. Con Enrico Coffetti e Francesca Pedroni