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L’architettura può essere poesia?


16 giugno 2012 – 13 gennaio 2013
Sala Centro Archivi di Architettura

Il MAXXI Architettura presenta una mostra dedicata alla Tomba Brion di San Vito d’Altivole, capolavoro dell’architetto Carlo Scarpa. L’esposizione si articola in due diverse sezioni: disegni e fotografie. Da una parte i disegni originali e i prototipi del maestro veneziano relativi al monumento, dall’altra un lavoro fotografico realizzato dal grande fotografo italiano Guido Guidi, che ha lavorato sul tema della Tomba Brion realizzando oltre 600 fotografie.
Sia i disegni che le fotografie sono parte delle Collezioni del MAXXI Architettura.

Carlo Scarpa | disegni
a cura di Guido Pietropoli

Carlo Scarpa (1906/1978), universalmente noto per i suoi vetri, i musei, le case e gli arredi è anche famoso per i bellissimi disegni delle sue architetture.
Grazie all’ingente corpus grafico a noi pervenuto, ogni progetto può oggi essere ripercorso seguendo la sua “Confessione Creatrice” come nella sequenza di un film.
Il 12 settembre 1968 morì improvvisamente Giuseppe Brion, fondatore con la moglie Onorina, della Brion Vega, nota industria per la produzione di radio e televisori, diventati icone del design italiano.
La moglie e il figlio di Giuseppe chiesero a Carlo Scarpa il progetto per la tomba di famiglia da costruire su un’area a nord est del cimitero di S. Vito, paese natale dei Brion.
Tra il primo progetto e l’edificio realizzato vi sono dieci anni di lavoro e più di 2.000 schizzi, studi, modelli e disegni costruttivi.
Proprio dai disegni emerge con evidenza il suo appassionato ed arduo processo ideativo e, al contempo, ciascuno di essi è un unicum di altissimo livello.
“L’architettura può essere poesia” è una citazione tratta dal titolo della conferenza tenuta da Carlo Scarpa all’Accademia delle Belle Arti di Vienna il 16 novembre 1976.

Guido Guidi | fotografie
a cura di Francesca Fabiani

Per un decennio Guido Guidi ha fotografarto la Tomba Brion: una ricerca avviata nel 1996 su commissione del CCA di Montréal che il fotografo ha portato avanti autonomamente producendo oltre 600 fotografie che restituiscono una visione inedita e poeticamente rivelatrice di questo capolavoro dell’architettura scarpiana.
Quella che si presenta in mostra è una significativa selezione di 17 fotografie basata su forme geometriche di ombra e di luce che emergono e si dissolvono sui muri della tomba.
Molto lontana da un intento di tipo documentaristico, la ricerca di Guidi ha indagato le forme e le suggestioni del monumento attraverso l’esplorazione delle nozioni di tempo, spazio e luce.

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